Un battito di ciglia

Ti ho sognato anche stanotte, come tutte le notti. E come tutte le mattine sei stato il motivo che ha acceso la mia mente e spalancato i miei occhi. Dipingo il mio viso con un pennello dalle setole consumate, spazzolo i capelli spenti e sbuffo del muschio bianco sul collo. Così anche oggi ho fatto del mio meglio davanti allo specchio. Sono una donna pesante, ho fumato una vita e la mia pelle ne paga le conseguenze. Io una vecchia locomotiva che segue ogni dì la sua via, affannata sui miei passi e anelando ad un solo attimo di attenzione.
Oggi sono in anticipo, ma non è fondamentale il punto esatto, il dove e quando. Ciò che conta è il fatto che attendo il godimento della tua immagine ogni mattina. Una condanna, la mia.
Dileguata si è la mia gioventù inseguendo l’impossibilità del possesso come del più timido contatto fisico.
Aspetta, ti sento.
Ondeggio lievemente e poi il tuo moto scUOtelamiapelleimieimuscolidacciaiolemieossa.
Passato.
Mi investe così quotidianamente la tua essenza in un solo violento e fugace istante, il tempo di un convulso battito di ciglia.
L’attesa che ci divide alimenta la mia ossessione e insaziabile è la voglia di te.
Socchiudo gli occhi in un pianto volato al vento.
A domani, mia maledetta gioia.
Questo brevissimo racconto nasce da un’iniziativa di Scrivere Creativo. Si doveva immaginare di essere un treno, che percorre sempre la stessa tratta e che incrocia ogni giorno un altro treno, sognando un amore irrealizzabile.
Unico grande limite: mai usare la lettera R!
Ne è nata una lunga poesia in forma di brevissimo racconto. Poco più o poco meno di un ibrido.